Crisi? La colpa è dei lavoratori dipendenti e degli artigiani?

Crisi? La colpa è dei lavoratori dipendenti e artigiani? Diminuiscono i consumi alimentari, si fanno meno vacanze, non si comprano case, non si comprano auto, si risparmia su tutto! I disoccupati sono una cifra enorme ( tra cui oltre il 35% sono giovani…quelli che dovrebbero farsi famiglia e pensare, forse, anche alla casa e alla “qualità della vita” in senso lato) e sono in crescita. Ogni giorno una fabbrica, un negozio, un artigiano chiudono e altri lavoratori restano a casa. Naturalmente la colpa, secondo qualcuno, è anche  e soprattutto del lavoro che costa troppo e non è produttivo ( è sempre colpa di chi lavora!!).

Sono troppi anni che si parla male dei lavoratori e allora è ora di dire con chiarezza quello che le “statistiche CEE” certificano: In Italia i salari sono tra i più bassi CEE mentre le ore lavorate pro-capite sono tra le più alte.

Allora perché si continua a menarla con la storia delle produttività e sui diritti e le tutele dei lavoratori? Forse un perché c’è: non si vuol parlare della “produttività del capitale”, dei mezzi obsoleti, della scarsità dell’innovazione, del sistema creditizio  che preferisce speculare in borsa anziché finanziare l’intrapresa (le banche non fanno il loro dovere!).

Non deve sorprendere quindi la bassa qualificazione dei lavoratori perché tale è la richiesta del tessuto produttivo che è  “vecchio”, vetusto e arretrato.

Riforme che tendessero a precarizzare ulteriormente il lavoro e/o ridurre i salari creerebbero un disastro incalcolabile e ci farebbero scivolare nel terzo mondo.

In questa situazione non ci sono che ricette “classiche”: far ripartire il lavoro, prima di tutto con i lavori pubblici!

In primis  lo Stato e le sue articolazioni promuovano una stagione di lavori per strade, scuole, palestre, asili e case a riscatto agevolato per giovani coppie.

Questo significherebbe rimettere in moto uno dei pilastri dell’economia nazionale rappresentato dal settore edile che trascina tutta la filiera della manifattura e della componentistica ( fornaci, mobili, serramenti, ferramenta, calcestruzzo, artigianato di servizio, idraulica, servizi per la casa, professioni…).

Se poi si facesse uguale anche per agricoltura e turismo…

Oppure si può continuare ad aiutare le banche e al contempo “piangere”  perché i consumi, di tutto,  calano e creano ancor più disoccupazione e recessione …

Se non c’è lavoro chi pagherà i contributi per le pensioni e per il servizio sanitario nazionale?

Se ai tantissimi comuni virtuosi ( a Piacenza sono in tanti) si sbloccassero i finanziamenti che giacciono nelle loro casse e lo stato pagasse regolarmente i suoi fornitori di beni e servizi (imprese di servizi, manifattura, edilizia, tecnologia avanzata, ecc..) si rimetterebbe in modo un cantiere gigantesco e le ricadute positive ci sarebbero per tutti dal commercio al turismo, dalla moda all’alimentare…

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