Oggi, 25 aprile, si celebra la festa della liberazione dal nazifascismo.
Riportiamo integralmente l’opinione di Don Giancarlo Conte apparsa sul quotidiano libertà.
(oggi per tutto il giorno è aperto il museo della resistenza piacentina a Sperongia di Morfasso)
Ho incontrato giorni fa un caro amico ultranovantenne, conosciuto come cristiano forte e coerente nonché valoroso e onesto partigiano, quando ero ragazzo. Come accade ogni volta che lo incontro, il discorso cade su quel periodo della sua vita vissuto da “partigiano”. Ma il suo volto stavolta è triste, non per la vecchiaia accompagnata dai malesseri propri dell’età, ma per l’amara constatazione che oggi della lotta partigiana se ne parla quasi soltanto per dirne male. Mi dice: ” Ormai con quello che si scrive c’è quasi da vergognarsi di essere stati partigiani. Eppure a vent’anni abbiamo rischiato la vita! E’ giusto trattarci così”? Ho riflettuto condividendo con lui la tristezza per questo clima non solo culturale che trasforma ormai la Festa della “Liberazione” ad un giorno di vacanza in più. Non mi è difficile correre col pensiero ai sei volumi di Giampaolo Pansa, letti in questi ultimi anni. Leggi altro